John Paul II talks about Aquinas in his most recent book
Passed on to me by Jörgen Vijgen (see his web site here):
Wonderful, encouraging words by our Pope! Pope John Paul II talks about Aquinas in the second chapter of his most recent book Memoria e identità (Rizzoli, Milano 2005):
IDEOLOGIE DEL MALE
Come dunque hanno avuto origine le ideologie del male? Quali sono le radici del nazismo e del comunismo? Come si è giunti alla loro caduta?
“Per meglio illustrare questo fenomeno occorre risalire al periodo anteriore all’illuminismo, in particolare alla rivoluzione operata nel pensiero filosofico da Cartesio. Il cogito, ergo sum – penso, dunque sono – portò con sé un capovolgimento nel modo di fare filosofia. Nel periodo precartesiano la filosofia, e dunque il cogito , o piuttosto il cognosco , era subordinato all’ esse che era considerato qualcosa di primordiale. A Cartesio invece l’ esse apparve secondario, mentre il cogito fu da lui giudicato primordiale. In tal modo non soltanto si operava un cambiamento di direzione nel filosofare – ma si abbandonava decisamente ciò che la filosofia era stata fino ad allora, ciò che era stata in particolare la filosofia di san Tommaso d’Aquino: la filosofia dell’ esse”. (19)
“Prima tutto veniva interpretato nell’ottica dell’ esse e di tutto si cercava una spiegazione secondo quell’ottica. Dio come Essere pienamente autosufficiente ( Ens subsistens ) era ritenuto l’indispensabile sostegno per ogni ens non subsistens, ens participatum , cioè per tutti gli esseri creati, e dunque anche per l’uomo”. (19)
“Se vogliamo parlare in modo sensato del bene e del male, dobbiamo tornare a san Tommaso d’Aquino , cioè alla filosofia dell’essere”. (23)
“Con il metodo fenomenologico, ad esempio, si possono esaminare esperienze come quella della moralità, della religione o anche dell’essere uomo, traendone un arricchimento significativo della nostra conoscenza. Non si può però dimenticare che tutte queste analisi, in modo implicito, presuppongono la realtà dell’essere uomo, cioè di un essere creato, e anche la realtà dell’Essere assoluto. Se non si parte da simili presupposti «realisti» , si finisce per muoversi nel vuoto”. (23)